Temo che l'impianto politico dell'area Civati stia traballando come accade anche ai migliori pugili dopo decine di colpi forti e ben assestati. Resta difficile la comprensione del disagio (degli altri) per chi vive in ambienti coperti da un'informazione chiara e precisa...ma non è possibile ascoltare solo i propri compagni d'officina. Scrive bene Lippmann sull'opinione pubblica e gli stereotipi. Il consenso è creato ad hoc e solo oggi ho ascoltato un servizio di Sky in controtendenza alla linea governativa. Vacillerà domani il regno mediatico del nostro segretario? Oppure il caso prevede che la polarizzazione dello scontro sia ancora maggiormente necessaria come in tutti i governi forti e dur(atur)i?
La verità sta scritta nel futuro e anche nel quotidiano. Scrivo a me, scrivo agli altri, forse per continuare a convincere me, per lenire le mie debolezze, forse per i tanti compagni e appassionati che non riescono ad aspettare e che non vivono il distacco e la sensazione di esclusione "causa maggiore" in un contesto che invece sognavamo democratico. Cos è il governo della maggioranza?
Forse sbaglio nel sostenere che tutti devono poter dare il loro contributo e contrastare le regole brute di una democrazia del 50%+1. Forse si. O magari si potrebbe invertire la rotta, o magari modificarla un po'. Perché probabilmente la lotta non sembri solo di potere, ma di contenuti, di sogni, di sguardi diversi, di uguaglianza sociale, di cambiamento del paradigma del celodurismo, di ricerca della tenerezza, di apertura verso i poteri deboli, di unione di un paese già diviso alla nascita, di una nuova economia dove l'imprenditore cura la famiglia per come cura i dipendenti, dove i sogni di un laureando non restino mutilati dalla legge del più forte, dove il voto diventi libertà di parola, dove le differenze siano valore aggiunto, dove le critiche siano occasioni. Non sempre la maggioranza ha ragione e da entrambi i lati bisogna sempre porsi il dubbio di comprensione di chi ci sta davanti. E quindi l'aventino, o il governo con uno che già occupa tutto lo spazio?
Conosco gente che per un posto in segreteria o un ministero farebbe le cose meno umane eppure noi diciamo no. Santo Cielo. No ad entrare in segreteria, ad avere i nostri rappresentanti, a poter sedere su una bella poltrona in un bell'ufficio, a poter fare iniziative sul territorio con la targhetta, a influire sulle scelte, a portare avanti le nostre proposte. Abbiamo scelto l'aventino. Fuori da tutto. Senza nessun potere. Condannati al triste stanzino della minoranza, alla tana dei più deboli, al purgatorio dello stare dentro ma non troppo e stare fuori senza eccedere.
A volte si crede che stando dalla parte del potere si possano ottenere e fare cose, senza però comprendere di diventare esattamente parte del progetto che non avremmo mai portato avanti. Per quanto una volpe possa essere accolta in un branco di leoni, mai riuscirà a cambiare la preda preferita da tutti con una gallina; e mai lei potrà ucciderne una. Ecco. Questo forse mi convince. La natura spiega meglio di qualunque scienziato politico la coesistenza e i rapporti di forza. Non è possibile annullare se stessi con la speranza di poter contare per poi ritrovarsi senza identità in un contesto in cui nemmeno te stesso ti ascolta più. È questo il chiarimento. Essere volubili nel pensiero è la sorte di ogni uomo che non ha salde le proprie origini. Perdersi nell'evoluzione delle cose e ritrovarsi ad un metro dal baratro a pentirsi o scordarlo definitivamente distraendosi nella perenne vivacità della cresta dell'onda. Questo che vuol dire, che mai si potrà lavorare insieme?
Forse, ma non dipende da chi vuole offrire idee. Al contrario, chi ha il potere di accettarle deve farsi carico della responsabilità della condivisione. Dell'opportunita di crescere insieme e di non commettere gli errori che uno yesman non troverà mai. Prima che l'onda finisca. Prima che qualche altro avrà trovato il metodo per essere più simpatico a chi costruisce il consenso. Prima che i buoni propositi dei più e dei poco più siano schiacciati via dalla violenza distruttiva degli arroganti avversari del popolo. Prima che si sfaldi un progetto che ci teniamo stretto da vent'anni. Prima che qualcuno dica ancora che sinistra e destra sono uguali.