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PS: se proprio insisti

24 ottobre 2012 3 24 /10 /ottobre /2012 20:34

Ho provato decine di volte l’incipit di questo articolo e ancora mentre scrivo sono poco convinto di trovare le parole giuste.

Le notizie degli ultimi giorni, gli scandali risaputi, la corruzione, le storielle dei ladruncoli, mettono a dura prova il diritto/dovere di voto anche per uno come me che appartiene ad un partito in cui crede e per cui lavora duramente con la speranza di migliorarne le sue numerose pecche.

La domanda che mi ponevo è stata, fino a questa notte, se fosse giusto o no fare campagna elettorale. La risposta ce l’ho avuta intorno alle 2 del mattino leggendo l’operato di una persona che ha sempre aiutato i cittadini e ha sempre fatto il bene comune in barba agli equilibri di potere piuttosto che alle spartizioni.

Leggendo Gramsci ho trovato queste parole:  “Odio gli indifferenti, «vivere vuol dire essere partigiani». Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. [...] Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? [...] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.” (da Indifferenti, La città futura, numero unico, 11 febbraio 1917)

Non so che effetto hanno avuto su di te che stai leggendo, ma per me sono state linfa vitale: non posso permettere che l’insofferenza vinca sulle brave ed oneste persone che ogni giorno stanno in strada accanto ai problemi e non rintanati in uffici a promettere raccomandazioni o posti di lavoro.

Per un sentimento generalizzato di anti-politica, non posso penalizzare chi è sempre stato presente sul territorio battendosi con fermezza per i diritti dei cittadini.

Il 28 ottobre mi sveglierò con orgoglio e andrò a votare Filippo Panarello e Crocetta presidente, non perché faccio parte del “miglior” partito italiano, non perché credo che “rivoluzione sarà fatta”, ma perché odio le discriminazioni e non votarli per tutto quello che succede in Italia è discriminazione nei confronti di chi lavora seriamente senza avere appartamenti in regalo o caviale a pranzo ed a cena.

Sentire un giovane chiedere appoggio per un candidato “navigato” può anche essere un contro senso, ma le condizioni non permettono di fare errori.

Criticatemi pure la scelta, ma io risponderò personalmente che Filippo avrebbe avuto solo il piacere di dare spazio!

Siamo noi giovani i primi sostenitori della candidatura di Filippo. Siamo noi giovani ad aver sentito il dovere di non rischiare una rappresentanza messa in pericolo da numerosissime clientele.

Il perché dell’incandidabilità di un giovane, in questo contesto, bisogna trovarlo nella smania di potere di chi ha posto la propria candidatura senza dare alcun peso al rinnovamento.

La politica non è una cosa subdola o negativa, ma il più alto degli interessi. Fare il bene pubblico ed amministrare il paese, la città, la regione o lo stato è come fare il medico. Adesso il nostro paziente è grave e quindi c’è bisogno di tutti gli sforzi possibili per contrastare la malattia morale ed etica che deprime le nostre menti.

Diceva Ghandi: “Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo”. Io dico rechiamoci alle urne e pretendiamo onestà, penalizziamo chi ci ha fatto dire grazie per un nostro diritto, stacchiamo il consenso al circolo vizioso regione/mafia, votiamo Filippo Panarello e costruiamo il rinnovamento con Rosario Crocetta Presidente.

I giovani poggiano sulle loro spalle e aspettano solo di essere valorizzati...

Dai voce alle competenze e permetti il vero rinnovamento ragionato.

 

Francesco Barone

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