La crisi della politica, la trasformazione del mercato del lavoro, l'innovazione delle forme di comunicazione ha prodotto nei territori la liquefazione delle forme politiche. I nuovi soggetti sociali (precari, disoccupati qualificati, esodati) non si riconoscono più nelle strutture rappresentative tradizionali (sindacati e partiti), ma percepiscono come soggetti politici di cambiamento i movimenti e le associazioni, agenti meno burocratici e più efficaci mediaticamente che negli ultimi anni hanno occupato di fatto spazi politici fino a qualche anno fa riservati solo ai partiti. Il PD non deve considerare tali espressioni della società come partiti politici ai quali contrapporsi. Deve, invece, costruire luoghi di dialogo permanente con i movimenti con i quali si condividono valori di base e finalità, per cercare di coglierne gli aspetti più innovativi e limitarne le forme più estreme, cercando di affermarsi con autorevolezza come riferimento politico ed istituzionale.